Quello che è avvenuto ad Enna è un fatto gravissimo di violenza sessuale che sta scuotendo l’opinione pubblica. E’ stato infatti smascherato un operatore socio-sanitario di 39 anni che durante il lockdown ha approfittato di una paziente disabile violentandola e mettendola incinta. L’uomo prestava servizio come supporto nell’Irccs Oasi di Troina dove la ragazza di 26 anni era ricoverata. La donna ora è incinta e l’uomo accusato di violenza sessuale aggravata.

La violenza ad Enna durante il lockdown

La storia che arriva da Enna è assolutamente agghiacciante e in un primo momento si è rimasti scioccati per quella che sembrava la trama di un film horror. L’Irccs Oasi di Troina  durante il download era stato dichiarato “zona rossa” e proprio per questo erano stati richiesti operatori di supporto per gestire le persone ricoverate all’interno.

Tre esse c’era una ragazza disabile di 26 anni anche lei positiva al Covid 19 che ha avuto la necessità di un supporto ulteriore oltre all’infermiere professionale già presente. Chi lavorava all’interno della struttura si era accorto dell’aumento di peso della ragazza, imputando però al periodo di lockdown con pasti forse più abbondanti e ad un accumulo di farmaci, i kg di troppo.

Si è però scoperto solo pochi giorni fa che, in realtà, il peso della donna era da imputare ad una causa ben diversa, ovvero una gravidanza. La giovane di 26 anni, infatti, è incinta di ben 7 mesi. La scoperta incredibile ha allarmato la famiglia che si è immediatamente rivolta all’Autorità Giudiziaria per le indagini del caso. Indagini che hanno portato alla luce una verità agghiacciante.

La confessione della violenza sessuale

Le indagini sono state fatte a tappeto e tutti gli operatori del centro sono stati sottoposti a interrogatori e prelievi del Dna. Già dagli interrogatori i sospetti sono ricaduti su un operatore di 39 anni arrivato in aiuto nel periodo di lockdown nel centro di ricovero. Quest’ultimo, dopo un interrogatorio serrato, ha infine confessato la violenza nei confronti della giovane.

Il trentanovenne ha spiegato di aver atteso che l’infermiere professionale finisse il suo turno, prima di spogliarsi dei dispositivi di protezione e abusare della giovane. Durante il rapporto l’uomo ha contratto il virus, che poi ha trasmesso anche a moglie e figlio. La giovane di 26 anni è infine rimasta incinta del suo aguzzino.

L’uomo è accusato ora di violenza sessuale aggravata, dal momento che ha approfittato di una persona con l’aggravante che quest’ultima è anche disabile. Al momento si sta cercando di ricostruire l’accaduto anche cercando di tutelare la famiglia dell’uomo, che ha una moglie e un figlio piccolo. Oltre alla violenza, l’operatore ha anche messo a rischio l’incolumità degli altri pazienti permettendo la diffusione del Covid 19 e quindi venendo meno al suo lavoro. Le indagini sull’accaduto proseguono.

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