Questa per tutti gli appassionati di sport e soprattutto di Formula 1, è un giorno davvero difficile. Il malcontento che ormai girava nell’aria da molto tempo ha trovato le conferme del caso. Quella destinata ad entrare nella storia come una delle edizioni più difficili e particolari della storia della Formula 1 a causa dell’emergenza Coronavirus, sarà anche l’ultima stagione di Sebastian Vettel in Ferrari.
L’addio alla Ferrari di Sebastian Vettel
Quello di Vettel non è uno di quegli addii che non ci si aspetta, ma che si spera possano non arrivare. Il pilota tedesco si è congedato formalmente dal suo team e dai suoi sostenitori, ancor prima che la stagione abbia inizio. Una stagione che, forse, vedrà la luce solamente il 5 luglio e destinata ad entrare negli annali per tutt’altri motivi, rispetto a quelli sportivi.
Vettel nel comunicato ai suoi sostenitori e al mondo ha semplicemente fatto sapere di essere felice della possibilità avuta in ferrari, ma che ormai da entrambe le parti si era perso l’entusiasmo dell’inizio. La separazione è stata consensuale e gli obiettivi di entrambi hanno ormai preso strade diverse. Non avrebbe senso negarlo e soprattutto proseguire verso una direzione non più condivisa da entrambe.
Il rimpianto e il grande paragone con Schumacher
Vettel era arrivato alla Ferrari con l’intenzione di fare non solo bene, ma benissimo. Le speranze che sono state riposte in questo giovane ragazzo sono state tantissime, forse troppe. Non troppe per la sua bravura, ma troppe per il paragone davvero inarrivabile con quello che rimane il pilota Ferrari del cuore, Michael Schumacher.
Vettel, di nazionalità tedesca come il suo idolo Michael Schumacher, era stato accolto come l’erede del grande campione. tutti si aspettavano che, dopo la parabola purtroppo non felice della Ferrari con Fernando Alonso, potesse arrivare il riscatto. Riscatto ancor più significativo se ad opera del giovane delfino del grande pilota ferrarista.
Sebastian Vettel è il terzo pilota più vittorioso nella storia della Ferrari, con i suoi 14 Gran Premi vinti, ma manca quel titolo mondiale tanto agognato e mai raggiunto. La sintonia tra team e pilota, purtroppo, non è mai stata trovata al massimo. I problemi hanno sempre avuto la meglio su tutto l’impegno che c’è stato da parte di entrambi e di certo hanno giocato una parte molto grande.
Un grandissimo errore è stato anche e soprattutto quello di voler per forza paragonare Vettel a Schumacher, un paragone che ha portato ad una visione distorta della realtà e ha contribuito all’insoddisfazione di tutti. Un peso gravoso che Sebastian ha dovuto portare sulle sue spalle fino ad ora. Spalle molto larghe che di certo sanno reggere il peso di questa ultima stagione che deve ancora iniziare. Stagione che chissà che non possa ancora riservare qualche soddisfazione.