La mattina del 6 febbraio 2023 si è verificato un terremoto di magnitudo 7,8 e 7,5 in Turchia, a confine con la Siria. Ma quanti sono i morti registrati finora? Quali sono stati i danni?
Le vittime
Il bilancio delle vittime finora parla di migliaia di morti e decine di migliaia di feriti. Secondo il presidente Erdogan è il terremoto più forte dal 1939, e gli edifici crollati sono più di 5600, secondo l’Agenzia turca per la gestione dei disastri e delle emergenze, e circa 19574 i soccorritori che stanno lavorando nella regione colpita, a confine con la Siria. Verrso le 21,00 del 6 febbraio è giunta la notizia al ministero degli Esteri, che a Kahramanmaras risulta disperso un italiano, che alloggiava in uno degli alberghi crollati. Sono arrivate anche a circa 2000 le vittime in Siria, già provata dalla guerra, e quasi 145000 le vittime ferite, secondo quanto ha annunciato Ankara.
Attualmente sembra che anche gli aeroporti di Malatya, Adana, Adıyaman e Diyarbakır siano aperti per volare, mentre quelli Gaziantep e Şanlıurfa hanno aperto solo ai voli di soccorso. Sono rimasti chiusi, invece, gli aeroporti di Kahramanmaraş e Hatay, a causa dei danni riportati nel sisma.
Gli aiuti
L’OMS sostiene che il numero delle vittime potrebbe anche aumentare. Nello Musumeci, Ministro per la Protezione Civile e le Politiche del mare, ha già fornito aiuto da parte del nostro paese. La mattina del 7 febbraio, secondo le sue dichiarazioni, sono già arrivati nelle zone colpite una sessantina di unità di soccorritori specializzati, compresi delle unità cinofile.
L’Italia non è comunque l’unica ad essersi mossa: è arrivato in Turchia anche un aereo russo, l’Il-76, con a bordo soccorritori, attrezzature speciali e addestratori di cani per assistere nelle operazioni di soccorso, e il presidente americano Biden ha chiamato Erdogan ribadendo che gli fornirà aiuti. Il presidente francese Emmanuel Macron ha avuto anch’egli un colloquio telefonico con il presidente turco, esprimendo le condoglianze per le vittime. Non da meno è stato il Regno Unito che si è mosso per inviare aiuti, a cominciare da una squadra di soccorso con 76 specialisti, con attrezzature e cani addestrati.
Non poteva mancare anche il cordoglio di papa Francesco, che ha inviato due telegrammi ai nunzi apostolici di Turchia e Siria, monsignor Marek Solczyński ed il cardinale Mario Zenari. In entrambi i messaggi ha espresso vicinanza alle famiglie delle vittime, rinnovando il sostegno spirituale ai paesi colpiti.