Quando si cercano online la prima donna sindaco in Italia, due possono essere i nomi ad apparire in un motore di ricerca: Ninetta Bartoli ed Ada Natali. Entrambe sono state nominate sindaco lo stesso anno (anche se non è chiaro chi è stata la prima). Ma chi erano queste due donne? Quando sono state elette alla carica di sindaco?
Ada Natali
Nata a Massa Fermana (Fermo) il 5 marzo 1898, Ada era figlia di un sarto, Giuseppe Natali, socialista e noto antifascista, e da una maestra elementare, Argia Germani. Anche il padre coprì il ruolo di sindaco di Massa Fermama.
Nel 1915, Ada si diplomò e comincio ad insegnare. La madre morì nel 1925, e l’anno seguente Ada venne allontanata dal suo paese e confinata in una zona interna, perché ai prefetti era giunta la voce che fosse una sovversiva comunista. Anche suo padre venne arrestato, nel 1929, e così lei e la sorella furono nuovamente interrogate.
Ada si iscrisse alla Facoltà di Giurisprudenza all’Università di Macerata nel 1932, e dopo l’armistizio, nel 1943, aderì agli scontri della guerra. Nel 1946, a fine guerra, venne eletta sindaco, ricoprendo il ruolo fino al 1959. Fu anche deputata, per il Partito Comunista, dal 1948 al 1953. Dopo altre elezioni e manifestazioni, iniziate negli anni Cinquanta, si ritirò a privata, ma continuò ad avere rapporti con il movimento femminista e con alcuni suoi ex colleghi parlamentari, tra cui Nilde Iotti e Giorgio Amendola.
Morì il 27 novembre 1990, nel suo paese natale, ed in seguito venne dedicata una via a Massa Fermana e nel 2016, sulle mura della sua casa natia, è stato posta anche una targa commemorativa.
Ninetta Bartoli
A differenza di Ada, Ninetta Bartoli nacque in una famiglia nobile, il 24 settembre 1896, a Borutta, comune in provincia di Sassari, ed ebbe modo di studiare nella scuola più esclusiva della città. Visto che decise di non sposarsi, decide si avvicinarsi all’ambiente culturale ecclesiastico, grazie anche al missionario Giovanni Battista Manzella.
Nel 1945, finita la guerra, divenne segretaria della sezione locale della Democrazia Cristiana, e l’anno dopo si candidò come sindaco del suo Comune di nascita, sostenuta sempre dalla DC e, in particolare, dalla famiglia Segni. Vinse le elezioni per l’89 % dei consensi (332 su 371 voti). Sembra che il giorno del suo insediamento, si sia fatta fotografare con un costume tradizionale del suo paese.
Durante il suo mandato, fece costruire scuole, un asilo, case popolari, una casa di riposa, il Municipio, un acquedotto, l’impianto fognario ed un cimitero. Nell’ambito dell’economia locale, istituì una cooperativa per la raccolta del latte e la produzione di formaggi ed una agraria, che offriva opportunità lavorative qualificate alle donne. Per quanto riguarda il patrimonio artistico del paese, restaurò il complesso monastico di San Pietro di Sorres, investendo dei soldi suoi e della sua famiglia.
Morì nel suo paese nel 1978, dove aveva continuato a lavorare, ed il suo comune le intitolò un premio che viene dato a donne che si contraddistinguono in ambito politico, economico, lavorativo o sociale.