Pena ancora meno severa per l’uomo che il 5 ottobre 2016 uccise in preda ad un raptus Olga Matei, la donna di origine moldava con cui aveva una relazione. Già in un primo momento alla pena dell’ergastolo era subentrato invece uno sconto di pena che ridimensionava il tutto a 30 anni di reclusione. Oggi però arriva un ulteriore sconto che ha lasciato attoniti moltissimi e che riduce ulteriormente la pena che da 30 anni passa a 16.

L’omicidio di Olga Matei

L’omicidio era avvenuto ben due anni fa e purtroppo a rimetterci la vita era una donna di 46 anni di origine moldava, Olga Matei. La donna era stata violentemente strattonata e poi strangolata dal suo amante per una questione di gelosia. L’uomo in preda ad un raptus omicida aveva stretto le mani intorno al collo della donna fino a farle perdere i sensi e a soffocarla. Questo era avvenuto dopo una furiosa lite che l’uomo aveva scatenato a causa della sua gelosia.

L’omicidio avvenuto a Riccione è stato subito “risolto” grazie alla confessione dell’uomo subito dopo che l’atto avvenne. In primo grado la condanna era di 30 anni con l’accusa di omicidio aggravato inoltre da motivi futili. L’uomo, infatti, ha ucciso la donna per un suo raptus di gelosia estremo e immotivato e non era riuscito a controllarsi. La donna non era riuscita a difendersi e ha dovuto soccombere sotto i colpi dell’uomo. Di fronte alla Corte di Assise di Bologna, il 16 novembre 2018 è stata chiesta la conferma della pena a 30 anni di reclusione ma tuttavia i giudici hanno deciso diversamente.

Lo sconto di pena

Nonostante il folle gesto del’amante di Olga Matei sia immotivato e avvenuto per futili motivi, i giudici hanno deciso di ridurre la pena. Dai 30 anni di reclusione iniziali si è passati a 16 anni, che potrebbero ancora diminuire grazie alla buona condotta. All’accusa risulta davvero assurda questa decisione che riduce la pena per un reato gravissimo, efferato e senza motivazioni che potessero quantomeno scatenare un raptus del genere.

I giudici, tuttavia, hanno trovato che la testimonianza dell’uomo fosse sincera e nonostante l’aggravante per futili motivi potesse effettivamente esserci, così non è stato. Questa motivazione non ha inciso più di tanto sulla decisione e dunque sono state concesse una serie di attenuanti generiche. Quello che più di tutto a convinto i giudici per uno sconto di pena sono le situazioni di vita dell’aggressore. A causa delle sue esperienze di vita difficoltose l’uomo non sarebbe stato in grado di gestire una situazione simile. Il raptus, dunque, è imputabile a motivi futili ma solo per chi riesce a distinguerli.

La storia dell’uomo sarebbe abbastanza difficile da potergli permettere uno sconto di pena. La sua incapacità nel fronteggiare e giudicare le situazioni non sarebbe imputabile a lui ma ai suoi trascorsi e dunque i giudici hanno deciso per lo sconto di pena.

Ti è piaciuto l'articolo?
[Total: 0 Average: 0]