Dopo qualche tentennamento, anche la Lega e il Movimento 5 stelle hanno dato il via libera ad un governo Draghi. Dalle consultazioni di sabato infatti, anche i dubbi sulla possibile entrata all’interno del governo guidato da Mario Draghi dei due partiti, è definitivamente caduto. Beppe Grillo ha infatti dato il suo via libera, seppur il Movimento 5 stelle abbia grandi lacerazioni interne e qualcuno probabilmente defezionerà. Sicuramente anche molto sorprendente è stato il cambiamento di rotta di Matteo Salvini, che vira verso l’europeismo fino ad oggi molto combattuto.
L’appoggio di Lega e 5 stelle
Che fosse davvero complicato non appoggiare un governo Draghi, è un dato di fatto. Mario Draghi è l’uomo che in questo momento può traghettare davvero l’Italia fuori dalla crisi e unire tutte le parti, in un modo o nell’altro. Proprio per questo motivo i molti veti che c’erano sono man mano caduti o anche solo messi da parte, per il bene del nostro paese.
Con l’appoggio di Movimento 5 stelle e Lega, senza dubbio il governo Draghi sarà un governo delle larghissime intese, che però dovrà essere strutturato per cercare di arginare gli urti e le fazioni interne. Seppur l’unione dei partiti sotto l’egida della richiesta del Capo dello Stato Sergio Mattarella si farà, sarà necessario minimizzare al massimo i possibili attriti interni causati da anime molto differenti.
L’intenzione di Mario Draghi
Nessuno è al corrente delle scelte che farà Draghi dopo il secondo giro di consultazioni che terminerà domani sera. E’ molto probabile che per evitare conflitti interni, i leader si tireranno indietro dall’opportunità di avere dei ministeri. Questa è la strada più probabile senza dubbio per il leader del PD, Nicola Zingaretti. Zingaretti non nasconde la paura e le perplessità di una maggioranza allargata, che potrebbe voler dire ancora instabilità di governo.
Il leader del PD avrebbe senza dubbio preferito avere all’interno del governo una maggioranza allargata che però si fermasse alla sola Forza Italia. Aprire a Salvini significa far entrare la destra all’interno di un governo che ha idee decisamente differenti. Questo potrebbe effettivamente essere fonte di problemi nel momento in cui si dovranno discutere temi di fondamentale importanza e molto divisivi come l’immigrazione o la flat tax.
Mario Draghi in ogni caso deciderà in completa autonomia il nome dei ministri del prossimo governo e questa lista verrà unicamente consegnata nelle mani di Sergio Mattarella. Di fatto, al momento, un governo Draghi è l’unica vera possibilità che ha l’Italia per uscire dalla crisi e per trovare un pò di stabilità. Stabilità che forse potrebbe arrivare fino a fine legislatura e che sarà anche importantissima per votare il nuovo Capo dello Stato. Unica voce fuori dal coro è quella di Giorgia Meloni, ferma all’opposizione di questo governo. Una mossa che potrebbe portarle molti voti qualora il governo draghi fallisse o, al contrario, potrebbe relegarla in uno spazio marginale qualora avesse successo.