Il lockdown sta diventando ogni giorno più difficile. Il traguardo fissato per il 4 maggio dal governo Conte  potrebbe essere al tempo stesso troppo vicino, ma ancora troppo lontano. Il pressing che moltissimi settori fanno, ha come scopo quello di riaprire una settimana prima rispetto ai termini previsti, al fine di poter dare inizio alla fase 2 già dal 27 aprile. Una proposta difficile da accettare per il governo, ma non di certo impossibile. Quello che davvero conta è la capacità dei cittadini di stare alle regole e soprattutto di poter garantire le misure di sicurezza adeguate per le aziende in ripartenza. Un piano davvero impegnativo che deve essere curato nei minimi dettagli.

Il ritardo per l’inizio della Fase 2

Dopo i dati degli ultimi giorni che mostrano un declino del contagio da Coronavirus, sono sempre di più i settori che chiedono una riapertura.L’apertura della cosiddetta Fase 2 è alle porte, ma tuttavia per molte aziende il 4 maggio sarebbe comunque un termine troppo avanzato e occorrerebbe ripartire già dal 27 aprile. Una richiesta che arriva da più parti già da diversi giorni, ma che deve essere ben ponderata.

Il governo frena gli entusiasmi per quanto riguarda i miglioramenti perché, comunque, la curva è discendente ma molto lenta. Per avere il raggiungimento del picco e la diminuzione da quando è iniziato il lockdown, ci sono voluti ben 30 giorni. Un tempo lunghissimo che quindi ha come conseguenza l’allungamento delle misure per far si che non si ripiombi nell’incubo.

Fortunatamente la pressione sugli ospedali sta diminuendo, ma bisogna fare comunque molta attenzione perché nuovi contagi potrebbero far ripartire l’epidemia e rimettere in crisi il sistema sanitario.Un problema di certo da non sottovalutare, nonostante le richieste che arrivano da più parti, per una riapertura anticipata.

Le aziende chiedono l’apertura dal 27 aprile

L’economia sta risentendo moltissimo di questa terribile situazione e le aziende in sofferenza sono sempre di più. Ciò che serve è la liquidità, garantita per le piccole e medie imprese, ma anche e soprattutto un piano adeguato per una ripartenza immediata. Il governo non è di certo insensibile alla richiesta e sta valutando le modalità corrette con cui occorrerà ripartire. Per il settore automotive, edile e moda, sembra possibile una ripartenza già dal 27 aprile nelle produzioni, a patto che vengano rigorosamente rispettati i protocolli.

Per il governo le regioni che vogliono ripartire con la fase due prima della data fissata del 4 maggio, dovranno rispettare obblighi ben precisi. Innanzitutto dovranno garantire la presenza sul territorio di ospedali Covid, destinati solamente ai malati. Inoltre occorrerà un luogo in cui gli eventuali positivi dovranno trascorrere la quarantena in sicurezza. E’ infatti importante che ci siano tutte le strutture adeguate dove isolare eventuali nuovi casi. Nuovi casi che è importante riconoscere immediatamente per evitare la propagazione della diffusione.

Le regioni che lo richiederanno dovranno soddisfare questi requisiti per poter ripartire anticipatamente il 27 aprile. Inoltre i lavoratori autonomi dovranno compilare un’autocertificazione che attesti che le loro attività rispettano tutte le norme di sicurezza e di distanziamento sociale necessarie a contrastare il contagio.

I controlli sul territorio saranno infatti molto capillari e stringenti. Se i responsabili delle attività non avranno rispettato le norme e i divieti, rischiano di incorrere in sanzioni molto pesanti. Nei casi più gravi in cui non ci fossero i limiti e le certificazioni, non si incorrerà solo in una multa, ma si rischierà di perdere la licenza. Una conseguenza di certo drastica, ma che occorre per far rispettare le norme di sicurezza e far uscire il nostro paese dall’incubo. Un incubo che ormai va avanti da circa un mese e mezzo e che sta avendo effetti, anche gravi, sui cittadini.

Un team di esperti per valutare lo stress psicologico

Lo stress che tutti siamo costretti a subire è economico, sociale e psicologico. Molto spesso si lascia da parte tutto lo stress a cui viene sottoposta la psiche in questo momento, che in molti casi può avere effetti davvero devastanti. Gli effetti di questo isolamento sociale riguardano tutti e possono avere due impatti ugualmente negativi.

Un primo impatto è di certo quello che mette a dura prova la psiche e che rischia di portare moltissime persone magari più fragili delle altre, verso la depressione. Purtroppo sono già stati registrati alcuni suicidi imputabili all’isolamento dovuto a questa pandemia. Moltissime sono le chiamate ai numeri verdi di supporto psicologico per le moltissime persone rimaste sole.

Un secondo impatto è la tenuta del lockdown, che ormai sta diventando davvero difficile. La grande paura è che un prolungarsi di queste misure possa avere l’effetto esattamente opposto a quello del contenimento, a causa dell’impossibilità di molti soggetti di resistere ancora a questo isolamento. Inoltre si teme anche per l’allentamento delle misure che molti rischiano di vedere come un “via libera”, ma che in realtà non lo è del tutto.

Proprio per questo motivo il governo Conte ha deciso di far fare uno studio degli esperti su un campione di cittadini per valutare gli effetti del lockdown e soprattutto la possibile tenuta. Questo è importantissimo per capire quanto ancora le persone possano continuare ad affrontare questa situazione difficile e di disagio.

La tenuta psicologica di un paese e dei suoi cittadini va di pari passo con quella economica e sociale. E’ fondamentale che avvenga una ripresa da ogni punto di vista, per evitare il collasso. La speranza è che si riesca ad intravedere una fine che possa farci ben sperare e soprattutto tenere duro ancora per quegli ultimi e fondamentali sforzi che dovremo fare.

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