Dall’estate del 2022, per risolvere i problemi dei rifiuti a Roma, si sta pensando di inserire un inceneritore nel IX Municipio, presso Santa Palomba, notizia che è stata presa tutt’altro che bene dagli abitanti della zona. Ma quanti danni ambientali può fare un inceneritone? Ci sono delle soluzioni?

I possibili danni

C’è da dire che non tutti gli inceneritori sono uguali, e c’è chi sostiene che abbiano dei pro come lo stoccaggio dei rifiuti ed alcuni possono produrre energia elettrica, ma la mole dei rifiuti è alto (Roma nel 2022 ha prodotto circa 1529044 tonnellate di rifiuti) e bruciarli può non essere la soluzione migliore, considerando il fatto che il 30 % non è combustibile.

Per rendere le emissioni di questi inceneritori meno nocivi, la Commissione Ambiente del Parlamento Europeo ha approvato l’inserimento degli inceneritori nell’Ue Emission Trading System (ETS), a partire dal 2026, in modo da ridurre l’emissione di C02, ed ha votato per limitare l’uso di rifiuti misti per la produzione di energia, rendendo così obbligatoria la raccolta differenziata.

Presso Santa Palomba, secondo quanto dichiarato nel luglio del 2022 dai partiti di Europa Verde e Sinistra Italiana, l’inceneritore non si dovrebbe fare in quanto nella zona e in quelle limitrofe vi si trovano appartamenti, case, parrocchie, esercizi commerciali, aziende agricole e luoghi di interesse storico, culturale e paesaggistico, e chi vi risiede sarebbe soggetto ad emissioni inquinanti e lo sfruttamento delle falde acquifere creerebbe un’emergenza idrica.

Le alternative

Un’alternativa migliore all’inceneritore potrebbero essere degli impianti di piccole e medie dimensioni, dal basso impatto ambientale, in cui si possono recuperare la maggior parte delle materie, dalla carta alla plastica, e quindi l’opzione migliore è sempre la raccolta indifferenziata. Ciò comporterebbe anche eliminare cassonetti stradali ed aprire e diffondere altre isole ecologiche e centri di riuso.

Ridurre ed eliminare i rifiuti è comunque possibile, e sono diversi gli enti e le associazioni che propongono progetti per risolvere il problema. Ad esempio, in provincia di Lucca, il Parco Scientifico Capannori ha promosso il Progetto Rifiuti Zero, in cui un team di esperti ha messo a disposizione le proprie competenze, coinvolgendo i cittadini ed operando in varie direzioni, come il “porta a porta”, ossia organizzare la raccolta differenziata proprio casa per casa, mettendo quattro contenitori per la carta, l’organico, il multi materiale ed il residuo, che vengono ritirati in un giorno stabilito nella settimana.

L’educazione civica rimane sempre il metodo migliore per ridurre la produzione di rifiuti. Ognuno, può ridurre la propria spazzatura in vari modi, come:

  • fare la spesa in maniera consapevole, evitando di acquistare troppo, rischiando di acquistare cibi che adranno a male, e portare le proprie buste;

  • acquistare cibi in negozi alla spina e i mercati, in modo da prendere solo ciò che è necessario;

  • non acquistare acqua imbottigliata, preferendo quella del rubinetto;

  • usare gli scarti organici per il composto, soprattutto se si ha un giardino o un orto. C’è da citare come esempio un bar Starbucks, a Seoul, in Corea, che regalava dei fondi di caffè usati come concime per le piante;

  • riutilizzare contenitori di vetro e plastica, se possibile, ed anche fogli di carta;

  • provare a riparare gli apparecchi elettronici, in modo da evitare di gettarli.

Ti è piaciuto l'articolo?
[Total: 0 Average: 0]