Il panettiere sessantenne Giuseppe Bonafede è stato condannato,inoltre ai tre anni e 8 mesi di carcere giá pendenti, anche per estorsione. È il giudice di Marsala Iole Moricca, ad aver condannato l’uomo anche per estorsione continuata a danno di tutti i suoi dipendenti, che giá avevano subito ricatti e minacce.
Condanna per estorsione per il panettiere Giuseppe Bonafede
Man mano che le indagini e gli interrogatori proseguono, la situazione si rivela peggiore e piú complessa rispetto a quando ci si aspettasse. La notizia dell’arresto di uno dei panettieri più importanti di Marsala, nonchè ex presidente dell’associazione panettieri della città e rappresentante della categoria alla Cna, aveva lasciato sgomenta la città siciliana.
Nessuno si aspettava che dietro quell’uomo che appariva così pacato e che soprattutto era stato scelto come uomo di rappresentanza per un mestiere così antico, potesse nascondersi un aguzzino. Più si va a fondo nelle indagini e più si scoprono dei particolari davvero agghiaccianti sulla gestione della panetteria e sui rapporti con il personale.Personale che ha subito maltrattamenti e ricatti di ogni genere, ad oggi anche di estorsione.
La pena per l’ex panettiere
Il giudice Moricca ha sentenziato l‘interdizione dai pubblici uffici per ben 5 anni per Bonafede. Quest’ultimo dovrà inoltre anche risarcire i danni a tutte le parti civili coinvolte nel caso. È il collega che si occupa del civile che dovrà in seguito andare a quantificare la somma che Bonafede dovrà versare alle vittime.
Al momento, in ogni caso, Bonafede già deve risarcire i due ex dipendenti con una somma che ammonta a 10 mila euro. Inoltre deve provvedere alle spese processuali. I giudici delle parti civili Sammartano e Tranchida sono molto soddisfatti del risultato raggiunto.
Questo dimostra, infatti, che finalmente comportamenti di questo tipo vengono sanzionati in modo importante, quando prima sembravano considerati normali. Molti comportamenti di questo tipo venivano taciuti per paura di ritorsioni o rappresaglie e venivano in parte accettati, seppur non di buon grado. Questa sentenza, però, mette finalmente un punto oltre il quale la soglia non può essere varcata. Non è normale che un datore di lavoro abbia comportamenti di questo tipo e deve quindi essere denunciato e sanzionato.
Se il lavoratore vede che la giustizia è dalla sua parte e riesce effettivamente ad ottenere risultati, avrà di certo più motivi per denunciare immediatamente senza avere troppa paura delle ritorsioni.Un punto di svolta importantissimo in un sistema spesso corrotto e che nasconde molto lavoro “nero”. Non solo sottraendo tributi allo stato, ma anche dando false speranze ai lavoratori che si vedono sempre privati dei loro diritti senza avere mai nulla in cambio. Per fortuna sembra che questa tendenza si sia invertita e che quindi anche i lavoratori sappiano denunciare quando è il caso venendo protetti dalla legge.