La firma del Premier Giuseppe Conte è arrivata intorno a mezzanotte. L’accordo sul nuovo DPCM è stato trovato e l’Italia si prepara alla spaccatura che vedrà tre differenti zone di rischio. Ci saranno regioni a basso rischio,a medio ed ad alto rischio. Ad ogni zona corrisponderà un colore: rosso per le zone ad alto rischio, arancione a medio rischio e verde a basso rischio. Di fatto quello che più preoccupa sono le zone rosse, dove di fatto ci sarà un nuovo lockdown, forse più morbido di marzo, ma che comunque blocca le attività.

L’attesa della pubblicazione del DPCM

Si conoscono già molte delle misure che verranno prese da domani nelle diverse regioni d’Italia, tuttavia deve ancora uscire in Gazzetta Ufficiale il decreto che esplicherà tutto la meglio. Lo scontro più duro c’è stato con le regioni, che volevano misure corali e soprattutto un coprifuoco segnato a ore meno tarde.

Su questo punto però sembra averla spuntata il premier Conte fissando il coprifuoco alle ore 22.00 in tutta Italia. Su tutto il territorio ci sarà la chiusura dei centri commerciali nel weekend e anche tra regioni con il livello di rischio differente, sarà impossibile muoversi. Tuttavia a seconda della zona in cui si è collocati, le direttive cambiano molto.

La divisione in fasce di rischio

I conti peggiori con questa nuova ondata li stanno facendo alcune regioni in particolare, da nord a sud. Al momento rientrano nella zona rossa ad alto rischio e criticità la Lombardia, il Piemonte e la Calabria. Ancora in bilico regioni come la Puglia e soprattutto la Campania, che però sembra si stia avviando verso una zona rossa.

Nelle zone rosse verranno nuovamente chiuse tutte quelle attività ritenute non di prima necessità, ma a differenza del primo lockdown dovrebbero rimanere aperti i parrucchieri ma non i centri estetici. Ci si potrà muovere solamente per comprovate necessità lavorative, di salute o necessità che dovranno comunque essere comprovate. Non dovrebbe esserci mobilità territoriale nemmeno tra comuni e forse questa misura potrebbe essere estesa anche alle zone arancioni.

Molte decisioni però vengono lasciate ai Governatori di regioni che potranno decidere se imporre norme più stringenti, oppure no. A seconda dell’indice di contagio e della pressione sulle strutture sanitarie, già molto provate in questo momento. Al momento però si attende che esca in modo ufficiale il decreto per poter capire se è necessario imporre ulteriori delle restrizioni oppure no.

Al momento questo provvedimento sarà valido per un mese, fino al 3 dicembre ed entrerà in vigore domani, 5 novembre. La speranza è anche di vedere i risultati all’inizio della prossima settimana dei provvedimenti presi dal premier Conte con il decreto del 25 ottobre. se già la curva avesse avuto davvero un’inflessione, si potrebbe ben sperare per un eventuale Natale non in lockdown.

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